Jules Chéret Nasce a Parigi nel 1836 in una famiglia di artigiani.
Non può permettersi di pagare la scuola e la sua istruzione si conclude a soli tredici anni. Suo padre, tipografo, decide di mandare il figlio a fare un apprendistato con un litografo per tre anni.
Nel 1853 si iscrive all’École National de Dessin, dove apprende l’arte di disegnare a memoria e approfondisce lo studio delle figure in movimento.
Acquisisce inoltre l’abitudine a disegnare sempre e comunque.
Nel 1854 decide di lasciare Parigi per andare a Londra nella speranza di trovare un modo più redditizio per dare avvio concreto alla sua carriera di artista.
Dopo un breve periodo di tempo in cui lavora per il Maple Furniture Company, Chéret, frustrato, torna a Parigi senza più soldi di quando ha iniziato il suo viaggio.
Questo non gli impedisce di andare avanti ed è proprio questa convinzione che lo porta a conoscere il celebre profumiere francese Eugène Rimmel. Grazie a Rimmel può realizzare molte delle etichette dei prodotti della House of Rimmel e, al suo seguito, viaggia in molti paesi: Tunisia, Malta e soprattutto Italia. Grazie a questo lavoro, una volta di ritorno a Parigi può finalmente aprire la sua stamperia.
Chéret contribuisce a trasformare con la sua immensa produzione di manifesti a colori il paesaggio urbano facendo scendere l’arte nella strada e nella piazza.
In tutta la sua carriera Jules Chéret realizzerà più di 1000 manifesti guadagnandosi inevitabilmente il titolo di “Padre del poster” e rivoluzionando il settore della pubblicità nel design e nelle tecniche di stampa.
Fu tra i primi a comprendere l’importanza dell’immagine a scapito del testo per un medium quale il manifesto, che doveva essere appeso in luoghi di passaggio e aveva quindi, di solito, pochissimo tempo a disposizione per essere letto; Inoltre riuscì a portare la tecnica della litografia da un livello artigianale ad uno artistico, in particolare fu tra i primi a puntare sulla cromolitografia, e quindi sul colore, come tecnica per realizzare i propri lavori.
I protagonisti dei suoi manifesti furono le figure femminili, le cosiddette Chérettes (proprio perché caratteristiche di Cherét), che possono essere considerate le antenate delle attuali modelle della pubblicità.
Ormai sessantenne, abbandona poco a poco la pubblicità per dedicarsi alla pittura e al disegno, intraprendendo l’attività di decoratore.
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