Georges Braque nasce il 13 maggio 1882 ad Argenteuil, in Francia.
Nel 1900, dopo aver frequentato senza avere buoni risultati gli studi a Le Havre, si sposta a Parigi dove lavora come decoratore, seguendo anche dei corsi serali di pittura. Due anni dopo decide di dedicarsi a quest’arte frequentando l’Accademia Humbert e, per un breve periodo, anche la Scuola di Belle Arti.
Il 1907 è un anno importante per la formazione di Braque.
Tramite gli amici egli conosce Pablo Picasso, proprio mentre lavora alle sue Demoiselles d’Avignon, e riscopre Paul Cèzanne grazie alla mostra retrospettiva a lui dedicata al Salon d’Automne di Parigi.
Negli stimolanti anni del Cubismo analitico, Braque e Picasso lavorarono insieme, frammentando gli oggetti della realtà quotidiana.
A partire dal 1912 Braque inizia ad applicarsi anche a varie sperimentazioni di papiers collés, nella creazione dei quali invece di imitare la realtà mediante le tecniche della prospettiva e del chiaroscuro, utilizzando direttamente dei pezzetti di materia non più per illudere ma per alludere.
É nel periodo del Cubismo sintetico che il legame tra Picasso e Braque produce gli esiti più significativi e rivoluzionari.
Se in Picasso trionfano l’intuizione e l’immaginazione, Braque dichiara la propria preferenza per la riflessione e la misura.
In un’intervista del 1928, l’artista afferma:
“Amo la regola che corregge l’emozione, amo l’emozione che corregge la regola”
Cit.Georges Braque
Volendo con ciò sottolineare come la chiarezza delle sue creazioni artistiche non si esaurisse mai in se stessa, rimanendo un gioco astratto di masse e di colori.
Negli anni successivi Braque sviluppò due grandi serie di dipinti:
- Ateliers (1948-1955) si ispira al suo atelier, l’ambiente che Braque più conosce e adora.
- La seconda (1955-1963) è dedicata agli Uccelli, intesi come simbolo della libertà.
Georges Braque muore nella sua casa di Parigi il 31 agosto 1963.
Il disegno
La produzione di Braque che riguarda il disegno rimane principalmente finalizzata agli schizzi preparatori per dipinti, arazzi e sculture, dei quali sono rimasti numerosi quaderni e taccuini.
Rari sono pertanto i disegni realizzati in modo autonomo, cioè non direttamente eseguiti in funzione dello studio e della preparazione di opere più complesse.
L’artista utilizza quasi sempre una tecnica mista e non solo grafica.
In “Natura morta con bicchieri e lettere” l’artista mostra la propria tecnica esecutiva, fatta di piani che si fondono l’uno nell’altro. Si tratta di un disegno a carboncino, matita e pastelli con incollaggi di ritagli di carta stampata.
In questo modo la realtà della carta ritagliata coincide con l’astrazione del disegno che, a sua volta, si sovrappone in parte ad essa in un continuo e incantevole gioco di rimandi tra soggetto e oggetto.
Case all’Estaque
Uno dei primissimi dipinti dove l’artista inizia la propria elaborazione cubista è “Case all’Estaque“, un olio del 1908.
L’opera realizzata sul Golfo di Marsiglia a Estaque, rappresenta un gruppo di case fra gli alberi.
Il soggetto dell’opera in questione si ispira alla pittura di Cèzanne.
Braque non raffigurò le case per come lui le vedesse ma per come apparivano alla sua mente.
La mancanza della prospettiva e l’assenza di ombre costringono gli occhi dello spettatore a muoversi continuamente alla ricerca di un punto di vista anche se quest’ultimo non esiste. Ogni casa infatti è vista con una propria prospettiva: dall’alto, di lato, dal basso.
La mancanza di un punto di riferimento annulla il senso delle proporzioni e della profondità, facendo quindi apparire le case in primo piano affollate.
I volumi si mescolano uno sull’altro senza lasciare dei vuoti, grazie alle diverse luminosità delle parti che li compongono.
Gli alberi, anch’essi semplificati, aumentano la sensazione di una unica massa complessiva.
Questa condizione di insieme è intensificata dall’uso di solo due colori, al posto della vivace tavolozza delle prime esperienza fauves. Il verde grigiastro e il colore ocra delle case.
Violino e brocca
L’opera più importante di Braque che riguarda il Cubismo analitico è sicuramente “Violino e Brocca“. A prima vista c’è qualche difficoltà a scorgere nel dipinto forme note ma, a mano a mano che l’occhio dell’osservatore si sarà abituato alla forte frammentazione delle immagini, alcuni oggetti cominciano a prendere corpo.
Al centro dell’opera, verso sinistra, si intravede una brocca posta su un tavolo quadrato, il cui piano è dipinto verticalmente, dunque in una posizione impossibile vista la collocazione della brocca.
In basso, leggermente verso destra, si riconosce invece la forma di un violino. Sul lato destro della composizione è possibile riconoscere una cornice, forse un basamento della parete.
I vari oggetti, costruiti in modo simmetrico, non hanno rapporti spaziali definiti tra loro.
Lo spazio sembra quasi prendere forma mescolandosi con i vari oggetti con i quali interagisce e ai quali si mescola come se fosse costituito della stessa materia.
Violino e pipa
Del periodo successivo (Cubismo sintetico) ne fa parte invece “Violino e pipa“, celebre anche come “Le Quotidien“, uno tra i papiers collés più importanti realizzati fra il 1913 e il 1914.
Estrema semplificazione delle forme grazie all’uso di più materiali ritagliati ed incollati direttamente sul cartoncino.
Il ritaglio della testata di giornale “Le Quotidien” rappresenta una parte di realtà più vera.
La pipa, ritagliata in una pagina di giornale, mantiene solo la forma dell’oggetto al quale si riferisce. Lo stesso succede per il violino la cui sagoma è presa da un cartoncino nero dipinto come il legno.
Del Guéridon (tavolinetto rotondo alto e stretto) sul quale gli oggetti sono appoggiati, vengono suggeriti sia il colore (dato da vari ritagli di carta da parati grigia, beige e finto legno) sia la forma (richiamata dall’ovale a carboncino che funge anche da cornice).
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1 commento su “Georges Braque: il Cubismo e i Papiers Collés”
Au debut de 1910 Georges Braque commence a introduire dans ses toiles des elements de trompe l’?il et des imprimes. Cette technique a alors un grand succes aupres des artistes cubistes. Dans la recherche intellectuelle et artistique des ?uvres, apparaissent des elements du reel. Neanmoins cette technique souligne bien le paradoxe de la peinture si cher aux cubistes. L’apparence concrete vient se meler aux concepts qui sont eux immateriels. Dans les annees qui suivent Picasso invente la technique du « collage » et Braque celle du « papier colle »