Ci si riferisce a tutti quegli orientamenti artistici che si svilupparono in Francia soprattutto nel corso dell’ultimo ventennio dell’Ottocento, ma che ebbero importanti ripercussioni anche nel resto d’Europa e furono fondamentali per lo sviluppo delle Avanguardie storiche. Più nei più vari percorsi formativi e nelle diversità di scelte stilistiche, alcune caratteristiche comuni di Postimpressionisti furono senza dubbio: il rifiuto della sola impressione visiva, la tendenza a ricercare solidità dell’immagine, nuove certezze attraverso le libertà del colore.
Tutti i Postimpressionisti ebbero infatti convinti inizi impressionisti.
Paul Cézanne
Nato ad Aix-en-Provence, nel meridione della Francia nel 1939, Cèzanne studiò nel collegio Bourbon dove ebbe come compagno il grande scrittore Émile Zola.
Passò alcuni anni a Parigi per dedicarsi alla pittura e per tutta la vita cercò di far accettare le sue opere ai Salons ufficiali, ricevendo solo rifiuti. Il successo arrivò tardi per Cézanne.
Qui entrò in contatto con quella generazione di pittori che vennero poi chiamati Impressionisti, partecipando alla prima esposizione nello studio di Nadar.
Nel 1879 se ne allontanò, d’altra parte le sue opere dagli inizi degli anni Ottanta mostrano già significative differenze.
Dall’impressionismo Cézanne apprese il dipingere en plein air e la ricerca della massima luminosità dei colori.
Tuttavia l’esperienza impressionista fu per lui solo l’inizio di una ricerca che lo vide tormentarsi continuamente nella speranza di giungere a quella verità essenziale delle cose che l’impressione visiva non poteva esaurire.
Cézanne era fortemente dedito al lavoro e le sue opere hanno la capacità di destare emozioni.
Il disegno di Cézanne è deciso, sempre realizzato con linee ondulate che si sovrappongono nel delimitare contorni, mentre un tratteggio rapido indica le zone in ombra e modella i volumi.
Al disegno a matita di aggiungono delle macchie d’acquarello. Cézanne lascia che si veda il bianco del foglio quando vuole evidenziare le parti colpite direttamente dalla luce e spesso le masse non vengono completamente rifinite.
Traccia la natura secondo il cilindro, la sfera e il cono.
La montagna Sainte-Victoire vista dai Lauves
Negli ultimi anni della sua vita fu affascinato e quasi ossessionato dal paesaggio che era abituato a vedere da bambino.
L’artista lo avrebbe dipinto innumerevoli volte e sempre in modo diverso. Al colore si deve anche la ricerca della profondità a prescindere dalla prospettiva geometrica.
Sono lo spessore e la corposità dell’aria che Cézanne vuole trasmettere.
La profondità è tutta in quel cielo unito alla montagna, dall’aria che si interpone fra il pittore e l’oggetto ritratto.
L’aria e il cielo assumono anche i colori degli alberi e delle case, il verde infatti è pure nel cielo. Il dipinto di Cézanne è la natura svelata, sezionata e poi ricomposta, pronta per essere consegnata agli spettatori delle generazioni future.
I Cubisti, successivamente, riterrano Cézanne loro padre ispiratore.
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