Gustav Klimt, uno dei maggiori promotori della Secessione viennese, è senza alcun dubbio la personalità più significativa della pittura Art Nouveau.
Nato nel 1862 presso Vienna, trascorre un’infanzia tranquilla ma povera, apprendendo l’arte della lavorazione dei metalli preziosi dal padre orafo.
Fin da giovanissimo decise di non iscriversi all’Accademia di Belle Arti, ma frequentò la meno prestigiosa Kunstgewerbeschule. Qui assieme al fratello Ernest e a un comune amico, dette vita ad un nucleo artistico che si occupava esclusivamente di decorazioni.
Klimt ottenne una fama immediata e nel 1897 fu il principale esponente della “Wiener Secession”, di cui fu anche il primo e il più prestigioso presidente.
Se ne staccò solamente quando raccolse intorno a se la Kunstschau (letteralmente: mostra d’arte), un gruppo di artisti che si presentò al pubblico con una grande mostra nel 1908.
Fu anche particolarmente attivo nella collaborazione a “Ver Sacrum”, l’importante rivista ideologica della Secessione.
Nel 1910 Klimt partecipa alla IX Biennale di Venezia, che gli dedica un’esposizione personale. Questo evento sarà particolarmente importante per il successo internazionale delle opere di Klimt ma anche per l’influenza che avranno le sue opere sui giovani artisti che si recano a Venezia per ammirare i suoi lavori e ne resteranno colpiti.
Inizia anche una fase stilistica per Klimt detta “stile fiorito”, in cui l’artista accoglie le ispirazioni derivanti dalla vista delle opere di Matisse e dai motivi ornamentali orientali.
Il disegno
Negli anni passati alla Kunstegewerbeschule, Klimt aveva ricevuto un insegnamento accademico basato sullo studio del nudo e sull’ornato.
Con il tempo il disegno muta considerevolmente, giungendo ad un linearismo essenziale dal forte gusto decorativo.
Disegno a matita blu (1898-1899), dove Klimt insiste sulla lunga chioma della giovane donna. I capelli sono l’asse portante della raffigurazione, da essi traspare anche un delicatissimo profilo e vengono trasformati in un motivo ornamentale con il loro volume.
Aspetti generali: tecnica e contesto
Klimt si documentò molto sulle ricerche psicoanalitiche di Froid, nelle quali l’eros è visto come uno dei più potenti propulsori dell’esistenza umana.
Le sue opere sono estremamente in linea con quello che sta avvenendo ed è possibile notare al loro interno elementi tipici della biologia.
Sono presenti tematiche legate alla sessualità femminile (argomenti considerati tabù), stabilendo un livello empatico tra lui e le modelle che disegnava, osservandole “dal vivo”.
Da un lato è caratterizzato dalla scomposizione di Cézanne mentre dall’altro dall’arte Bizantina e dalla foglia d’oro.
Klimt pensava alla pittura come una scrittura creativa agendo sulla parte emotiva, in cui lo spettatore doveva riuscire ad immergersi completamente.
Nega la visione prospettica che gli artisti precedenti avevano seguito e possiede una grande sensibilità nei confronti della linea.
Per aumentare la profondità nelle sue opere decora con simboli sessuali e disegna corpi che ricordano cellule.
Ha una grande conoscenza sulla teoria dell’evoluzione di Darwin per lo studio di questi elementi (cellule e spermatozoi).
Nelle sue opere utilizza formati differenti e colori che derivano dagli ori e dai metalli.
Il bacio
Anche il Bacio, tela (formato quadrato) del 1907-8, risente del preziosismo decorativo basato sull’utilizzo della foglia d’oro.
Il dipinto mostra due amanti abbracciati che si stanno baciando.
I corpi dei due soggetti sembrano fusi uno nell’altro. Sul mantello dell’uomo sono presenti simboli che somigliano agli spermatozoi, mentre i fiori rappresentati sull’abito della donna rappresentano la fertilità.
Tutto si concentra attorno all’abbraccio: l’uomo e la donna hanno le teste coronate di foglie d’edera e di fiori, che stavano a simboleggiare la forza creatrice dell’amore e dell’eros.
Lo “stile fiorito”
Tra il 1909 e il 1910 Klimt viaggiò spesso in Europa (Francia, Italia e Spagna) ed ebbe così modo di conoscere i dipinti di Tolouse-Lautrec, di Matisse e dei Fauves.
L’incontro con l’arte fauve fu per lui una rivelazione in un momento di crisi e di dubbi.
I colori violenti di Matisse e dei suoi amici “belve” rigenerano profondamente il linguaggio dell’artista austriaco conducendolo a sostituire le minuzie decorative lineari e il rigore della geometria con getti di colore e dall’inesauribile ricchezza cromatica.
Da un secondo ritratto di Adele Bloch-Bauer, Klimt si concentra sulla fantasmagoria delle stoffe degli abiti, alla quale non erano estranee suggestioni dalle stampe giapponesi.
La protagonista di quest’opera fu una delle muse di Klimt e un soggetto viennese di alta borghesia.
Viene annullata la tradizionale distinzione tra figura e ambientazione.
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