Per la realizzazione di un buon progetto fotografico e per una riproduzione fedele del colore è molto importante utilizzare un’illuminazione corretta.
Le luci possono essere classificate in base alla loro temperatura colore, al tipo di ombre che producono (dure o morbide) e alla potenza espressa in watt.
Essa si divide in due grandi famiglie: naturale ed artificiale.
La famiglia della luce artificiale è composta dalla luce flash, fluorescente (luce led) e tungsteno.
La luce flash, come quella naturale, possiede una temperatura colore di 5500 °K. Quella tungsteno varia dai 3200 ai 3400 °K, mentre la luce fluorescente dai 4500 ai 6000 °K.
Luci calde e luci fredde
Le lampade HMI (Hydrargyrum Medium-arc iodide) a ioduri di mercurio sono più efficienti e producono una luce che si avvicina alla luce diurna.
La testa della lampada Redhead è costituita da un riflettore che indirizza la luce e da una lente incorporata che permette di regolare il fascio luminoso.
Il nome Redhead deriva dal colore rosso della testa, che inizialmente era prodotta solo di questo colore.
Per ridurre l’eccessivo calore generato da queste lampade e da luci “calde” simili, sono state introdotte nuove luci “fredde” sotto forma di tubi fluorescenti, come i pannelli LED che utilizzano sorgenti luminose multiple.
La tecnologia LED è ancora in via di sviluppo, questo sistema garantisce un risparmio, soprattutto in termini di spazio e costi.
La luce naturale
Le situazioni migliori per scattare e/o riprendere è poco prima del tramonto e subito dopo l’alba, quando il sole non è ancora alto in cielo, dove la luce è indiretta, perché riflessa.
La luce del sole è più calda, con una temperatura colore che si avvicina al rosso e all’oro.
La cosiddetta “ora d’oro” dura meno di un’ora, a seconda della stagione dell’anno ed alla posizione rispetto all’equatore in cui ci troviamo.
Alcune tipologie dei riprese, come gli eventi sportivi, i documentari e molti video amatoriali sono realizzati indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, mentre per le produzioni cinematografiche è possibile intervenire maggiormente sull’illuminazione.
Con una quantità di luce elevata è indispensabile lavorare con gli ISO al minimo e usare filtri ND, per riuscire a controllare la scena regolando l’apertura dell’obiettivo.
Le riprese in interni di giorno presentano meno problemi, avendo la luce solare che filtra dalle finestre.
Per quanto riguarda le riprese in esterna si possono montare dei pannelli diffusori intorno alla scena, riuscendo così a filtrare la luce diretta del sole.
Questa soluzione è ottima per i primi piani e i piani medi.
Un altro sistema che permette di ridurre le ombre troppo dure a mezzogiorno è l’utilizzo di luci di riempimento sui volti. La temperatura colore di queste luci devono essere di “luce diurna”, per farla corrispondere alla luce solare.
Personalmente consiglio di utilizzare dei pannelli riflettenti di polistirolo per indirizzare la luce solare verso il soggetto, senza l’utilizzo di fonti luminose aggiuntive.
La gestione della luce
Una buona illuminazione si ottiene aggiungendo e togliendo luce.
Una luce dura si ottiene utilizzando le alette del paraluce, in modo tale da indirizzare il fascio luminoso in un’unica direzione.
Per bloccare la luce si utilizzano anche delle bandiere montate sugli stativi o sui bracci estensibili, così come si usa per le scrim: pannelli diffusori di tessuto utilizzati per ammorbidire la luce.
La luce dura di alcune sorgenti luminose produce, però, ombre troppo nette e quindi molto fastidiose per lo scatto fotografico.
Per diffondere le luci troppo intense e dirette si possono utilizzare softbox e diffusori.
Un’ulteriore soluzione è l’utilizzo di gelatine montate davanti alla lampada.
Esse sono resistenti al calore, perché possono essere fissate davanti al faro con un telaio oppure direttamente sulle alette della lampada.
L’uso di filtri e gelatine permette di gestire la luce e, quindi, il colore della situazione.
La disposizione delle luci
Esistono diversi stili di illuminazione in una scena: a registro alto (high-key) con molte luci e poche ombre e a registro basso (low-key), dove la scena è più scura con ombre profonde. La scelta delle luci dipende dal regista, filmaker oppure dal DF (Direttore della Fotografia).
Il set più diffuso è quello a tre luci, in cui si utilizzano tre fonti luminose: una luce principale, detta anche luce chiave, una luce di riempimento (illuminazione a luce diffusa) e un punto di illuminazione posteriore o controluce (faretto a fascio concentrato – spot).
Inoltre, è possibile creare questo set utilizzando come punto luce una fonte naturale, come il sole o la luce proveniente da una finestra.
La luce chiave è la luce principale che illumina il soggetto. Per set statici, come le interviste, ciascun soggetto deve avere la propria luce principale.
Essa, tradizionalmente, è posta a fianco della videocamera/fotocamera con un angolo di 45° ed è sollevata in verticale di 45° per distribuire le ombre principali del volto.
L’illuminazione principale utilizza normalmente una fonte di luce dura, molto più intensa della luce di riempimento e di quella posteriore.
La luce di riempimento serve a riempire le ombre create dalla luce principale e, in genere, è sistemata vicino alla videocamera/fotocamera per ridurre al minimo le nuove ombre che si andranno a creare. Per questa tipologia di luce spesso si utilizzano dei soft box o dei diffusori per ammorbidire le ombre.
Essa può essere dello stesso tipo di quella principale, ma ridotta di intensità, usando il dimmer, pannelli di tessuto, diffusori o semplicemente allontanando la luce dal soggetto.
La luce posteriore è sistemata in alto dietro al soggetto, separandolo dal fondale. Essa è puntata verso la nuca e le spalle ed è ideale per le interviste.
Altre luci
Fra le luci aggiuntive si può aggiungere una kicker light: una luce per rischiarare le ombre, sistemata all’opposto e più in basso della luce principale, ma sempre al di sopra e dietro al soggetto.
Si potrebbe utilizzare, inoltre, una piccola luce di riempimento per illuminare gli occhi (eye light), posizionata sopra o accanto alla videocamera/fotocamera.
Le luci del set possono essere anche luci presenti nell’ambiente, come una comune lampada, un fuoco o un lampione stradale, e si possono utilizzare luci fuori campo per illuminare lo sfondo, i vestiti e i mobili della scena.
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