Il Futurismo è un movimento artistico, letterario e politico, nato ufficialmente a Parigi nel 1909 con la pubblicazione sulle pagine del quotidiano “Le Figaro” del Manifesto del Futurismo.
Quest’ultimo era una lunga e articolata dichiarazione d’intenti che descriveva una nuova idea artistica a firma di Filippo Tommaso Marinetti.
Marinetti inizia le proprie esperienze letterarie e nel 1898 pubblica opere di ispirazione liberty e simbolista.
Si laurea in giurisprudenza, ma il suo interesse principale continua ad essere la scrittura e la poesia. Collabora con diverse riviste francesi con diversi lavori poetici.
Nel 1905 fonda “Poesia”, rivista con la quale intraprende la sua prima battaglia culturale a sostegno del verso libero, ossia senza una metrica e rime, come espressione della nuova modernità.
Ha inizio così quella che sarà una lunga attività oltre che di poeta e letterato anche di critico e teorico dell’arte e ancora di editore e organizzatore di iniziative artistiche e culturali, che lo vedranno diventare protagonista della vita artistica italiana ed europea.
Il Futurismo si configura come una forma di arte totale con esperimenti in tutti campi: dal cinema alla letteratura, dall’architettura alle arti visive, alla grafica, al teatro. Per far parte di questo movimento era necessario firmare il Manifesto.
Il Manifesto del Futurismo
Temerarietà, audacia, ribellione, movimento, velocità, lotta sono alcune delle parole chiave con cui il Futurismo irrompe nella scena artistica. La ricerca di provocazione è frenetica. L’ansia di rinnovamento si espanse fino a tradursi in atti irrazionali che hanno in se stessi il proprio fine. Il Manifesto arriva ad esaltare la guerra e ad esprimere disprezzo verso la donna.
Una delle tematiche principali è appunto la macchina. Essa possiede alcune caratteristiche straordinarie: movimento, forza, velocità, regolarità, precisione, capacità di muovere le cose, di trasformare la materia.
La macchina ha generato la nuova società e la modernità. L’obiettivo di Marinetti, quindi, era quello di cercare con ogni mezzo il contatto con un pubblico più vasto ed eterogeneo, attraverso una continua campagna pubblicitaria. Un esempio sono le serate futuriste: si trattava di spettacoli teatrali.
Il Manifesto dei pittori Futuristi
Nel 1910 viene pubblicato il Manifesto dei pittori Futuristi firmato da Boccioni, Carrà, Balla, Severini e Russolo.
Pittura e scultura si basano sulla sperimentazione dei linguaggi, sull’interesse per il dinamismo, il movimento e le nuove tecnologie sull’utilizzo dei colori forti e contrastanti.
Nel 1912 i Futuristi esposero alla galleria di Parigi e, nonostante l’opposizione dei Salon e delle riviste più importanti, riuscirono almeno in parte ad affermare la presenza italiana nella Avanguardie internazionali.
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