Bill Brandt (1904 – 1983), fotografo inglese di origine tedesca, si recò a Vienna nel 1927 per vedere uno specialista di polmoni e poi, successivamente, decise di rimanere e trovare lavoro in uno studio fotografico.
Lì, nel 1928, incontrò e realizzò un ritratto di successo del poeta Ezra Pound, che in seguito presentò Brandt al fotografo americano Man Ray, nato a Parigi.
Brandt arrivò a Parigi per iniziare tre mesi di studio come apprendista presso lo studio Man Ray nel 1929, al culmine dell’entusiasmo dell’epoca per mostre fotografiche e pubblicazioni; il suo lavoro di questo periodo mostra l’influenza di André Kertész e Eugène Atget, oltre a Man Ray e ai surrealisti.
Dal 1931 al 1935 produce come documenti fotografici della vita sociale degli inglesi, pubblicati nel libro “The English at Home” (1936).
Due anni dopo il suo album fotografico “A Night in London” diventa il corrispettivo inglese del grande Brassaï, “Paris de nuit” del 1932.
Brandt diventa, inoltre, un frequente collaboratore della stampa illustrata, in particolare Picture Post, Lilliput, Weekly Illustrated e Verve. La pubblicazione di immagini esemplificano la sua abilità tecnica e il suo interesse per la costruzione di narrazioni visive.
Negli anni della crisi economica, Brandt ritrae con le sue fotografie la vita nelle città industriali inglesi.
Durante la Seconda Guerra mondiale, realizza dei reportage su Londra per conto del Ministero degli Interni britannico, fissando con l’obiettivo l’atmosfera spettrale delle strade deserte durante gli attacchi aerei.
Le fotografie da lui scattate nei rifugi antiaerei e nei sotterranei della metropolitana, usati come bunker, compaiono sulle riviste allo “Shelter Sketchbook Images” di Henry Moore sullo stesso argomento.
Se negli anni ’30 Bill Brandt si è concentrato su temi di carattere sociale, paesaggi e architetture, negli anni ’40 si attesta si avvicina sempre più al ritratto. I suoi soggetti variano da artisti e letterati, da uomini d’affari e politici.
Un altro soggiorno a cui si dedica tra il 1945 e il 1950 è il paesaggio inglese: a quest’epoca risale anche la fotografia Stonehenge, comparsa il 19 aprile 1947 sulla copertina della rivista “Picture Post“, la cui particolarità consiste nel contrasto tra il bianco dei campi innevati e la silhouette nera di Stonehenge, che conferisce all’immagine effetti grafici.
Nel libro “Perspectives of Nudes” (1961) sono raccolte le fotografie di questa sua fase.
Stimolato alla sperimentazione con un apparecchio con grandangolo, intorno alla metà degli anni ’40, Brandt scopre il nudo con prospettive deformanti.
Brandt si concentra su un frammento o una parte del nudo femminile, trasformando il corpo attraverso l’angolo e la cornice dell’obiettivo della fotocamera.
Gli spazi conferiscono a tutta la scena un’atmosfera surreale e misteriosa, insufficientemente arredata e leggermente deformata.
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