{"id":6030,"date":"2021-12-29T11:40:00","date_gmt":"2021-12-29T10:40:00","guid":{"rendered":"https:\/\/demo.paolareghenzi.it\/?p=6030"},"modified":"2021-12-29T11:40:01","modified_gmt":"2021-12-29T10:40:01","slug":"che-cosa-e-il-lettering","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/paolareghenzi.it\/principi-della-composizione\/che-cosa-e-il-lettering\/","title":{"rendered":"Che cosa \u00e8 il Lettering?"},"content":{"rendered":"\n

Oggi parliamo di lettering<\/strong>, un concetto diffuso all’interno del visual design<\/a><\/strong> spesso confuso con calligrafia e tipografia: in realt\u00e0, si tratta di tre termini strettamente correlati tra di loro con alcune analogie e differenze sottili.
Tipografia, calligrafia e lettering sono tre concetti che hanno a che vedere con la scrittura, ma quest’ultimo ha un significato pi\u00f9 complesso, legato allo studio dei componenti dei caratteri e delle lettere in funzione di un progetto artistico<\/strong> e di un disegno, non semplicemente di una riproduzione seriale.
Proseguendo con la lettura scopriremo tante curiosit\u00e0 sul <\/strong>concetto di lettering, toccando i punti importanti tra cui linguaggio, codice riconoscibile, sistema di segni facilmente accessibile a tutti<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

Il Lettering \u00e8 riconoscibile a tutti<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Esiste una valenza democratica alla base del lettering, quell’urgenza di comunicazione e di condivisione di un linguaggio comune e comprensibile a tutti.
Il lettering \u00e8 formato dalle lettere dell’alfabeto ed \u00e8 quindi un codice, un linguaggio codificabile<\/strong> e allo stesso tempo un insieme di segni riconoscibili<\/strong> a pi\u00f9 persone possibili, sicuramente a quelle che sanno leggere e scrivere.<\/p>\n\n\n\n

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Il lettering \u00e8 un codice che appartiene ad una comunit\u00e0 e per essere efficace deve innanzitutto essere chiaro e comprensibile, poich\u00e9 altrimenti non esiste comunicazione.
\u00c8 un sistema universale<\/strong>, un codice che appartiene a tutti, basti pensare alle persone sordomute che utilizzano il linguaggio dei segni e scrivono per comunicare e farsi capire. Possiamo renderci conto immediatamente che il lettering va oltre alle lingue straniere e alla comunicazione verbale, per rendersi accessibile anche a chi \u00e8 diversamente abile o non parla la stessa lingua.
S\u00ec, perch\u00e9 esistono tanti idiomi differenti, ma alla base del linguaggio rimane pur sempre l’alfabeto che \u00e8 un insieme di segni e di simboli (A, B, C..) che vanno a comporre parole (Albero, Barca, Casa..) che a loro volta hanno all’interno un significato (pianta con fronde e rami, imbarcazione, focolare).
Ad ogni segno appartiene un fonema che va a generare un concetto parlato ma come possiamo intuire, si tratta di una fase superiore, quella del linguaggio codificato<\/strong>, dell’assegnazione di una lettera ad un suono e quindi di una parola.
Facciamo un piccolo flashback storico e pensiamo all’uomo preistorico che viveva nelle caverne e comunicava attraverso i segni e le pitture rupestri, in cui il fattore dell’immagine era fondamentale.
Esisteva una primordiale comunicazione e un codice di riferimento ma era composto da fonemi, da associazioni di suoni ad immagini e non era un linguaggio stabilito per quella comunit\u00e0. Il lettering e la scrittura cominciano quando si d\u00e0 alle cose una codificazione in suoni, e ciascun fonema \u00e8 ulteriormente associato ad una lettera che va a comporre una parola.
Quando si codifica e si stabilisce un linguaggio per tutti, allora si pu\u00f2 parlare delle primissime forme di scrittura<\/strong> ma non si pu\u00f2 isolare il fattore linguistico da quello dell’immagine e del visual.
Ecco che ritorna quella componente visiva cos\u00ec urgente, una vera e propria emergenza comunicativa di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, quello attinente al
visual design<\/a><\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

Pensiamo alle prime forme di lingue, pi\u00f9 che altro ai codici primitivi ed essenziali per comunicare tra trib\u00f9.
L’uomo delle caverne non pu\u00f2 fare assolutamente a meno del significato da cui deriva quel significante<\/strong> (la parola in lettere e lettering, per l’appunto), per cui prima di essere una forma, la lingua \u00e8 contenuto<\/strong>, un concetto, un’idea.
Pensiamo a tanti biscotti a forma di lettere che si tuffano nel latte caldo la mattina: si intingono di spessore, di significato, come una spugna che assorbe un liquido e intrappola la macchia.
Le lettere cadono dall’alto e si compenetrano negli oggetti, come l’idea d\u00e0 significato alle cose.
La forma non potr\u00e0 mai sostituire il contenuto e quindi non esiste lettering senza significato<\/strong> e senza rappresentazione grafica, visiva, di immagine.<\/p>\n\n\n\n

Se andiamo a cercare una comune definizione di lettering<\/strong>, leggeremo che si tratta dalla ricerca di una nuova stilizzazione in forma grafica e visual delle tradizionali lettere dell’alfabeto: a noi piace specificare che il lettering costringe il significato e il contenuto all’interno delle forme, quindi \u00e8 significato pi\u00f9 significante e non pu\u00f2 mai essere avulso dal concettuale e dal visivo.\u00f9<\/p>\n\n\n\n

Lingua: forma o contenuto?<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Abbiamo prima chiarito che la lingua codificata<\/strong> di un popolo \u00e8 il connubio tra un insieme di segni e fonemi che corrispondono ad un significato. Possiamo quindi sottolineare la connotazione profondamente concettuale<\/strong> di qualsiasi lingua che non pu\u00f2 essere forma senza contenuto e non pu\u00f2 esistere senza un particolare riferimento cognitivo.<\/p>\n\n\n\n

Romeo di William Shakespeare diceva che una rosa perde il suo nome senza il suo profumo, come l’amore perde significato senza la presenza della bella Giulietta: un modo molto romantico per sottolineare quanto il lettering sia un’espressione estetica ma valga come involucro di un qualcosa di pi\u00f9 profondo e cio\u00e8 il contenuto che si cela dentro di essa.<\/p>\n\n\n\n

Se lingua \u00e8 lo sposalizio perfetto tra forma e contenuto, la scrittura \u00e8 un insieme di regole progettuali che valgono nel rispetto e in sinergia ad altre espressioni linguistiche verbali e non verbali.
Per rendere universale un messaggio, ad esempio, \u00e8 necessario conoscere altre culture e arricchire (e soprattutto variare) il proprio background con strumenti sempre rinnovati.
Lingua e scrittura partecipano attivamente e sono in combinazione con altri meccanismi come la pittura, la scultura, ma anche le arti primitive e primordiali dell’action painting<\/em> e della gestualit\u00e0 come forma comunicativa istintiva.
Ampliare le proprie conoscenze e aprirsi ad altri mondi \u00e8 necessario, ungente, vitale: uscire dalla visione occidentale e centrista a cui ci hanno abituato a scuola, ad esempio, \u00e8 stuzzicante e formativo perch\u00e9 ci permette di conoscere le culture orientali cos\u00ec pregne di simbologia e di significato, in cui il simbolo \u00e8 una vera protesi e un prolungamento del contenuto.
Conoscere altre espressioni differenti dalla nostra e uscire dalla comfort zone \u00e8 la strategia vincente per rendere il nostro messaggio universale e stimolante per un’audience assortita.<\/p>\n\n\n\n

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Un po’ di storia del lettering in pillole<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Andiamo ora a snocciolare qualche concetto storico, partendo dalle prime scritture sillabiche, all’origine dei primi alfabeti e all’evoluzione della scrittura da un insieme di fonemi ad un linguaggio codificato.<\/p>\n\n\n\n

La scrittura cuneiforme (3.000 a.C.)<\/strong><\/h3>\n\n\n\n

Come si pu\u00f2 intuire dalla definizione stessa, si tratta di una forma di scrittura molto antica che risale alle popolazioni dei Sumeri<\/strong> e dei Babilonesi<\/strong> e utilizza dei punteruoli cuneiformi che imprimono dei simboli stilizzati su una tavoletta di argilla fresca.
Una volta asciugatasi, i segni rimangono impressi un po’ come succede all’effetto della luce sulla pellicola fotografica, o del timbro ad inchiostro della lettera sulla carta stampata dell’orafo
Gutenberg<\/a><\/strong>, millenni di storia pi\u00f9 avanti.<\/p>\n\n\n\n

L’alfabeto \u00e8 composto da una serie di segmenti stilizzati, come dei regoli di un antico codice o dei piccoli segni Morse combinabili tra di loro.<\/p>\n\n\n\n

Il sistema alfabetico dei Fenici (1300 a.C.)<\/strong><\/h3>\n\n\n\n

L’alfabeto degli antichi Fenici<\/strong> \u00e8 considerato il primissimo sistema di codici e simboli singoli e indipendenti che combinati insieme formano parole e quindi concetti.
Si tratta di un sistema importantissimo nella storia della lingua perch\u00e9 finalmente rende la scrittura pi\u00f9 agevole e semplificata, pi\u00f9 veloce e immediata, l’ideale per un uso funzionale quotidiano, cio\u00e8 il commercio e lo scambio.
Da quel momento la scrittura passa da un insieme di simboli figurati e ideogrammi, come ad esempio negli antichi Egiziani, ad un codice stilizzato indipendente, effettivamente pi\u00f9 facile da riprodurre sulle pergamene di papiro e di carta e quindi pi\u00f9 funzionale ed efficace per la vita di tutti i giorni.<\/p>\n\n\n\n

I Fenici sono conosciuti per essere stati profondi conoscitori della navigazione, commercianti esperti, medici e intellettuali, quindi un popolo assolutamente evoluto rispetto ai precedenti: ad oggi vengono considerati i veri fondatori della scrittura moderna che poi \u00e8 stata rinnovata e adattata dagli antichi Greci.<\/p>\n\n\n\n

I Greci e il cambiamento del verso della scrittura<\/strong><\/h3>\n\n\n\n

La rivoluzione dell’alfabeto greco \u00e8 di aver aggiunto le vocali alle consonanti del primordiale codice Fenicio da cui si ispira: l’introduzione delle forme vocali<\/strong> sancisce in forma ufficiale l’avvento della prima lingua indoeuropea in forma flessiva e, secondo alcuni critici letterati e storici dell’Accademia della Crusca, stimola l’introduzione di pensieri nuovi e pi\u00f9 articolati.<\/p>\n\n\n\n

Inoltre, l’avvento dell’alfabeto degli antichi Greci riduce in modo considerevole i caratteri e quindi semplifica l’uso della scrittura e la rende accessibile ad un pubblico molto pi\u00f9 vasto.
In sintesi, la scrittura non sar\u00e0 pi\u00f9 solamente appannaggio del ricco e dell’aristocratico, ma anche del mercante apprendista, dell’artigiano che lavora nella propria bottega, della moglie che provvede alla spesa quotidiana per tutta la sua famiglia.
Infine, i Greci cambiano il verso della scrittura che va da sinistra verso destra, pi\u00f9 immediata e pi\u00f9 facile da riprodurre, anche se non ci sono piani d’appoggio e si \u00e8 in piedi (fondamentale per mercanti, viaggiatori, uomini d’affare).<\/p>\n\n\n\n

In Italia: gli Etruschi nel 400 a.C.<\/strong><\/h3>\n\n\n\n

Il popolo degli Etruschi \u00e8 un altro protagonista della storia e dell’evoluzione della scrittura e delle lingue indoeuropee: si sviluppa tra l’Italia Settentrionale e quella Centrale ed \u00e8 una civilt\u00e0 altamente sviluppata nella produzione e nella lavorazione dei metalli, tra cui ferro, rame, bronzo e le versioni preziose dell’argento e dell’oro. L’innovazione della scrittura degli antichi Etruschi \u00e8 che passa da sillabica a moderna; oltre alle vocali, e al verso da sinistra verso destra, si introduce anche l’uso sapiente degli spazi<\/strong> tra una parola e l’altra, un ulteriore vantaggio nella lettura di ogni singolo termine della frase.
Le parole separate da uno spazio, per\u00f2, sono una conquista degli ultimi secoli pi\u00f9 floridi della cultura etrusca, quelli che culmineranno con i fasti e la ricchezza culturale degli antichi Romani, punto di riferimento non solo nel nostro Stivale italiano ma di tutto l’antico continente europeo.<\/p>\n\n\n\n

Le popolazioni locali nei villaggi parlano idiomi locali che si diversificano da un borgo all’altro, quindi non esiste una lingua ufficiale italiana e non ci sar\u00e0 fino al volgo toscano utilizzato da Dante Alighieri nel Medioevo. Ci vorranno molti anni ancora prima della nascita di un linguaggio comune che \u00e8 alla base della nostra moderna lingua italiana.
La scrittura ufficiale romana \u00e8 il latino<\/strong>, quello della lingua politica e dei documenti, quello degli Imperatori e dei filosofi e letterati romani: si tratta di lingua latina dotta, acculturata, ricca di tecnicismi che differiscono a seconda del contesto.<\/p>\n\n\n\n

Lo sanno bene gli allievi del Liceo Classico e soprattutto del Ginnasio, quando imparano le declinazioni e le basi grammaticali del latino classico: esistono tanti tipi di latino, quello dei documenti militari, politici, quello dei comandanti come il grande Cesare (che diventa poi anche Imperatore), quello dei letterati e dei filosofi come Cicerone.<\/p>\n\n\n\n

Il latino ufficiale dei trattati politici \u00e8 solenne, autorevole, austero, ma piuttosto semplice da tradurre perch\u00e9 deve essere comprensibile non solo ai plebei ma anche ai patrizi; il latino ecclesiastico \u00e8 pi\u00f9 ampolloso e ricco di figure metaforiche, mentre quello militare \u00e8 asciutto, agevolato per una scrittura a cavallo. Infine esiste quel latino letterario che studiamo nei grandi Classici, pi\u00f9 fantasioso e ispirato, quello che si trova comunemente nelle versioni che tanto ci fanno penare!<\/p>\n\n\n\n

In un altro contesto si pongono tutte le lingue e le scritture definite barbare perch\u00e9 non comprese nei confini dell’antico Impero Romano<\/strong>, come quella di Annibale il Cartaginese, oppure delle popolazioni spagnole e pi\u00f9 su, delle antiche Britannia e Irlanda.<\/p>\n\n\n\n

Il latino, soprattutto quando si conferma appannaggio della cultura cristiana e del cattolicesimo, dopo i fasti del periodo pagano, diventa lingua ufficiale della Chiesa: \u00e8 grazie agli amanuensi<\/strong> e ai frati benedettini che molte opere dell’antichit\u00e0 ci sono pervenute fino ad oggi, salvate dall’incuria del periodo medievale, i secoli bui.
La cultura dei monaci si caratterizza per un uso decorativo della scrittura, come la realizzazione della capitale quadrata romana<\/strong>, un gioco calligrafico artistico di ricercata dovizia grafica che si compone di equilibri e armonie pittoriche tra forme come il cerchio e il triangolo, inseriti perfettamente in un quadrato (da qui il nome). Queste miniature, assieme alla capitale rustica e a quella corsiva, fanno parte delle scritture librarie<\/strong>, come testi religiosi, letterari, poetici e documenti economici e agrari (in cui si usa pi\u00f9 la rustica e immagini stilizzate che ricordano la campagna, la terra e madre natura).
Pi\u00f9 il libro e il contenuto sono illustri, pi\u00f9 la miniatura della lettera capitale sar\u00e0 curata e decorata con pigmenti e materiali preziosi come oro e argento.<\/p>\n\n\n\n

La scrittura onciale<\/strong> \u00e8 un’altra forma di scrittura decorativa, caratterizzata da lettere capitali riprodotte in modo artistico, un trend i voga a partire dal III secolo d.C.
Possiamo continuare la nostra lista di scritture ufficiali religiose, non solo dei Vangeli e della parola di Cristo ma anche degli antichi classici latini (in quelle epoche la Chiesa era il solo canale divulgativo della conoscenza), con le scritture nazionali del Medioevo, come la Beneventiana, quella dei Merovingi, dei Carolingi e quella Irlandese. Ci ricordiamo di queste antiche scritture perch\u00e9 ci rimandano a leggende di cavalieri e alla storia di Carlo Magno<\/strong>.
L’anno 1000, invece, \u00e8 caratterizzato da una grafia altamente decorativa che ricorda le cattedrali e le abbazie gotiche, caratterizzate da altezze verticali e un uso sapiente di vetrate dipinte e mosaici colorati.<\/p>\n\n\n\n

Il Rinascimento e una nuova visione dell’uomo al centro del mondo<\/strong><\/h3>\n\n\n\n

La scrittura segue il contesto storico in cui \u00e8 inserita e per questo motivo assistiamo nel Rinascimento<\/strong> ad una progressiva pulizia dello stile che diventa pi\u00f9 essenziale e less is more, asciutto e minimalista.<\/p>\n\n\n\n

Il 1300 \u00e8 il secolo che vede protagonista un Maestro di tutta la cultura italiana, Dante Alighieri e la nascita della lingua volgare<\/strong>, un unico italiano embrionale accessibile alle persone non ecclesiastiche, comuni.
Nascono anche le scritture classiche rinascimentali, distinte per una decorazione pi\u00f9 sobria e contenuta, un corsivo pi\u00f9 stilizzato e ridotto, ancora pi\u00f9 facile e veloce da riprodurre e leggere.
Il libro e la cultura in generale non sono pi\u00f9 appannaggio esclusivo della Chiesa, ma diventano di dominio comune, l’educazione scolastica si diffonde, il volgo si istruisce a poco a poco. I libri non hanno pi\u00f9 quelle dimensioni voluminose di un tempo, ma diventano maneggevoli e pr\u00eat \u00e0 porter<\/em>, quindi di conseguenza anche le pagine e la scrittura si ridimensionano e si riducono.<\/p>\n\n\n\n

La scrittura barocca<\/strong><\/h3>\n\n\n\n

Dopo l’Umanesimo e i grandi geni della cultura occidentale come Leonardo e Michelangelo, assistiamo ad un ritorno alla maniera e alla cultura barocca e rococ\u00f2, ma meno decorativa rispetto alla precedente gotica. Il 1455<\/strong> \u00e8 l’anno dell’avvento della stampa, con l’uscita ufficiale della prima Bibbia dell’orafo Gutenberg<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

I caratteri neoclassici francesi e inglesi<\/strong><\/h3>\n\n\n\n

Possiamo citare il Didot<\/em><\/strong>, il Romain du Roi<\/em><\/strong>, il Caslon<\/strong><\/em> e il Baskerville<\/em><\/strong> che sono tutti caratteri speciali e sono i genitori dei pi\u00f9 contemporanei font che utilizziamo ancor oggi nelle scritture ufficiali e nel mondo multimediale.
Analizzati da un punto di vista grafico ed estetico, sono caratteri tipografici sobri ma con delle ricercatezze quasi maniacali, come la chiusura della g<\/em> corsiva<\/strong> o la linguetta della Q<\/em><\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

Il 1700 italiano \u00e8 caratterizzato dall’incisore Gianbattista Bodoni<\/strong> (1740-1813) da cui derivano per l’appunto i caratteri Bodoni<\/em><\/strong>, raffinati e rigorosi come i font creati dal collega inglese John Baskerville ma allo stesso tempo pi\u00f9 armoniosi di quelli rigidi e formali, fino al maniacale, del collega francese Firmin Didot.
I caratteri del Manuale Tipografico di Bodoni<\/strong> devono rispettare questi 4 buone virt\u00f9:<\/p>\n\n\n\n