{"id":3859,"date":"2019-07-03T14:04:28","date_gmt":"2019-07-03T12:04:28","guid":{"rendered":"https:\/\/demo.paolareghenzi.it\/index.php\/2019\/07\/03\/pablo-picasso-il-grande-maestro-del-novecento\/"},"modified":"2020-12-30T16:11:17","modified_gmt":"2020-12-30T16:11:17","slug":"pablo-picasso-il-grande-maestro-del-novecento","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/paolareghenzi.it\/storia-dellarte\/pablo-picasso-il-grande-maestro-del-novecento\/","title":{"rendered":"Pablo Picasso: Il grande maestro del Novecento"},"content":{"rendered":"\n

Pablo Diego Jos\u00e9 Francisco de Paula Juan Nepomuceno Crispin Crispiano de la Sant\u00edsima Trinidad Ruiz y Picasso<\/em> \u00e8 l’astruso nome di colui che \u00e8 conosciuto unicamente come Pablo Picasso<\/strong>, avendo scelto di assumere il cognome materno, come consentito dalla legge spagnola.<\/p>\n\n\n\n

“A tredici anni dipingevo come Raffaello. Ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino.”<\/p><\/blockquote>\n\n\n\n

Cit. Pablo Picasso<\/strong><\/span><\/p>\n\n\n\n

Picasso nasce il 25 ottobre 1881 a Malaga in Andalusia.
Suo padre, insegnante nella scuola d’arte locale, lo avvia anticipatamente all’apprendistato artistico.
Il giovane manifesta una straordinaria attitudine, tanto che all’et\u00e0 di quattordici anni espone gi\u00e0 un suo primo dipinto ad una mostra di Barcellona, riscuotendo il meravigliato consenso della critica.<\/p>\n\n\n\n

Nel 1891 frequenta la Scuola d’Arti e Mestieri in Galizia, ma gi\u00e0 nel 1895 viene ammesso all’Accademia di Belle Arti di Barcellona, citt\u00e0 alla quale rimarr\u00e0 sempre legato.
Due anni dopo frequenta anche la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid.
Frequenta assiduamente il Museo del Prado, applicandosi in modo particolare allo studio di grandi pittori spagnoli del passato.<\/p>\n\n\n\n

Nell’ottobre del 1900 Picasso, per la prima volta va a Parigi ritornandovi poi per mezzo secolo. Seguiranno i periodi pi\u00f9 rilevanti e sovversivi della sua ricerca artistica.<\/p>\n\n\n\n

Alla fine della Prima Guerra mondiale Picasso alterna a grandi dipinti monumentali<\/strong> vivaci riprese cubiste<\/a><\/strong>, interessandosi nel contempo anche alla grafica<\/strong> e alla scenografia<\/strong>, curando allestimenti teatrali di successo in Francia e in Italia.<\/p>\n\n\n\n

Nel 1925 partecipa alla prima mostra surrealista<\/strong><\/a> alla Gallerie Pierre di Parigi e negli anni Trenta allarga l’esperienza surrealista alla scultura<\/strong>, introducendo costruzioni in ferro o in materiali eterogenei.
La sua ricerca, infatti, non conoscer\u00e0 interruzioni fino a tarda et\u00e0, quando, ormai universalmente celebrato, continu\u00f2 a sperimentare tecniche, azioni e materiali sempre nuovi.<\/p>\n\n\n\n

Pablo Picasso mor\u00ec a Mougins, in Costa Azzurra l’8 aprile 1973.<\/p>\n\n\n\n

Dal periodo blu al Cubismo<\/a><\/h2>\n\n\n\n

Inizialmente lo stile di Picasso oscilla tra l’ammirazione per C\u00e9zanne<\/a> e le generiche tematiche espressioniste e postimpressioniste<\/a>, come ben si evidenzia nella “Bevitrice di assenzio<\/em>“(1901), nel quale sono ancora evidenti sia l’allusione di Degas<\/a> sia l’omaggio a certe figure di “donne perdute” di Tolouse-Lautrec<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Nell’autunno di quello stesso anno, la sua pittura conosce una prima decisiva svolta, conseguita anche dall’emozione suscitatagli dal suicidio per amore dell’amico poeta Carlos Casagemas.
Picasso infatti avvia il cosiddetto “periodo blu<\/em><\/strong>“, che si posticiper\u00e0 fino a tutto il 1904.
Come suggerisce la definizione, si tratta di un tipo di pittura giocato tutto sui colori freddi (blu, azzurro, grigio, turchino).
Anche i temi di conseguenza attingono ad un repertorio di personaggi poveri ed emarginati, segnati dal dolore e sconfitti dalla vita.<\/p>\n\n\n\n

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Pablo Picasso<\/strong> Poveri in riva al mare, 1903 – Olio su tavola<\/span><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

A partire dal 1905 la tavolozza di Picasso cambia improvvisamente tono, facendo subentrare le pi\u00f9 tiepide gradazioni dei rosa, degli ocra e degli arancio.
Ha cos\u00ec inizio il secondo importante momento della sua maturazione artistica: il cosiddetto “periodo rosa<\/em><\/strong>“.
Questa fase di immensa produzione, anche se di breve durata, si concluder\u00e0 in poco pi\u00f9 di un anno alla fine del 1906.
Al mondo degli sfruttati e degli emarginati del periodo blu si sostituiscono ora soggetti ripresi in prevalenza dall’ambiente del circo e dei saltimbanchi.<\/p>\n\n\n\n

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Pablo Picasso<\/strong> Famiglia di acrobati, 1905 – Acquarello e inchiostro su carta<\/span><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Gli ultimi mesi del 1906 contrassegnarono il “periodo africano<\/em><\/strong>“, denominato anche come “epoca negra<\/strong>“, dove Picasso si interessa molto della scultura rituale africana e polinesiana, che i commerci con le colonie avevano preso parte a diffondere in molti ambienti intellettuali parigini.
In queste opere ricche di espressivit\u00e0, egli cerca le testimonianze di una umanit\u00e0 spontanea e non corrotta, non ancora contaminata da condizionamenti culturali e sociali della tradizione occidentale. In molti sui studi \u00e8 evidente notare lo stiramento verticale dei volti e la scomposizione dei volumi, che andranno ad introdurre la successiva svolta cubista<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

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Pablo Picasso<\/strong> Maschera rituale del Gabon, seconda met\u00e0 del XIX secolo – Legno dipinto<\/span><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Les Demoiselles d’Avignon<\/em>” venne esposta dall’artista nel 1907 e fu valutata come l’erede indiscussa del movimento cubista<\/a><\/strong>.
Alla fase analitica<\/strong> (1909-1911), segue la fase sintetica del Cubismo<\/strong> (1912-1913), durante la quale si precisano le diversit\u00e0 stilistiche di Picasso e
Braque<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Il periodo pi\u00f9 intenso del Cubismo<\/a> di Picasso sicuramente \u00e8 questo con colori brillanti e superfici piatte.
L’uso del collage<\/strong>, invece, dona ad ogni composizione un significato nuovo e provocatorio.<\/p>\n\n\n\n

Il disegno<\/h2>\n\n\n\n

Picasso \u00e8 un eccellente disegnatore, come dimostrano i suoi numerosi schizzi e bozzetti preparatori, nonch\u00e9 la produzione grafica di acqueforti, litografie, xilografie e linoleografie.
Il suo segno continuo e uniforme, custodisce sempre una nitidezza particolare sia che tratti soggetti cubisti sia che prediliga uno stile pi\u00f9 figurativo.<\/p>\n\n\n\n

L’assenza assoluta di tratteggi e di qualsiasi altro effetto chiaroscurale rimanda all’immediatezza simbolica di uno schizzo che ferma con concretezza l’idea o l’immagine di un momento, magari anche da riprendere o rielaborare in una fase successiva.<\/p>\n\n\n\n

Les Demoiselles d’Avignon<\/h2>\n\n\n\n

Preceduto da numerosissimi schizzi preparatori, nell’autunno del 1906, Picasso inizia a lavorare a un dipinto di grandi dimensioni che, corretto, cancellato, riaggiustato e ridipinto innumerevoli volte, vedr\u00e0 la luce solo verso la fine dell’anno successivo: “Le signorine di Avignon<\/em>“.<\/p>\n\n\n\n

Picasso snellisce e velocizza le geometrie dei corpi e dello spazio dei solidi volumi di C\u00e9zanne<\/a>. Questo procedimento di semplificazione viene applicato anche alla natura morta con frutta e tovagliolo.<\/p>\n\n\n\n

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Pablo Picasso<\/strong> Les Demoiselles d’Avignon, 1907 – Olio su tela<\/span><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Le stesse figure femminili non risultano pi\u00f9 impresse nello spazio ma da esso compenetrate e, a parte il colore rosato dei nudi, sembrano essere costituite dalla stessa materia solida, cosicch\u00e9 ogni differenza tra contenuto (i personaggi) e contenitore (lo spazio) viene automaticamente annullata.<\/p>\n\n\n\n

Picasso prende ispirazione dalla scultura iberica per la realizzazione dei volti delle figure centrali, mentre per quelli dei due personaggi di destra alle maschere africane.
In un caso e nell’altro vengono stravolte non solo tutte le regole della prospettiva ma anche quelle del senso comune, che sottintende sempre un punto di vista unico.<\/p>\n\n\n\n

Le incongruenze sono finalizzate ad una nuova e diversa percezione della realt\u00e0, non pi\u00f9 visiva ma mentale, cio\u00e8 volta a rappresentare tutto quello che c’\u00e8 e non solo quello che si vede. In questo senso non ci si deve dunque stupire se si vedono contemporaneamente due o pi\u00f9 lati di un soggetto: come se si tentasse di ricostruire le varie vedute sovrapponendole l’una all’altra.<\/p>\n\n\n\n

Guernica<\/h2>\n\n\n\n

Il 26 aprile 1937, nel pieno della Guerra civile spagnola, Picasso \u00e8 sconvolto dalle notizie sul bombardamento della cittadina basca di Guernica.<\/p>\n\n\n\n

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Pablo Picasso<\/strong> Guernica, 1937 – Olio su tela<\/span><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

L’artista reagisce a questo avvenimento realizzando in soli due mesi una tela, intitolandola “Guernica<\/em>“, ossia un vero e proprio atto d’accusa contro la guerra e la dittatura.
La situazione politica dell’artista \u00e8 sempre stata democratica e antifascista, tanto che nella Germania nazista alcune delle sue opere vennero bruciate come esempio di “arte degenerata”.<\/p>\n\n\n\n

L’opera, le cui fasi di esecuzione furono tutte documentate fotograficamente da Dora Maar, venne simbolicamente frequentata nel Padiglione spagnolo dell’Esposizione Universale di Parigi del 1937 e in tutto il mondo dest\u00f2 uno scalpore ed una commozione pari solo all’indifferenza derisoria con la quale venne invece giudicata nella Germania di Hitler e nell’Italia di Mussolini.<\/p>\n\n\n\n

Guernica<\/em> (3,5m di altezza e quasi 8m di lunghezza) evidenzia la propria funzione di manifesto<\/a> ideologico e politico, racchiudendo uno dei punti pi\u00f9 alti di tutta l’arte di Picasso.<\/p>\n\n\n\n

Il dipinto presenta il tragico momento caotico del bombardamento.
Il colore viene tralasciato in favore di un coeso insieme di grigi e azzurri su sfondo antracite. Le figure emergono come spettri, illuminate all’improvviso dai lampi delle esplosioni.
La composizione \u00e8 organizzata in tre fasce verticali:<\/p>\n\n\n\n