{"id":3530,"date":"2019-02-25T13:01:30","date_gmt":"2019-02-25T12:01:30","guid":{"rendered":"https:\/\/demo.paolareghenzi.it\/index.php\/2019\/02\/25\/edgar-degas\/"},"modified":"2019-02-25T13:01:30","modified_gmt":"2019-02-25T12:01:30","slug":"edgar-degas","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/paolareghenzi.it\/storia-dellarte\/edgar-degas\/","title":{"rendered":"Edgar Degas: la complessit\u00e0 dell’impressione di un istante"},"content":{"rendered":"
Nasce nel 1834 da una ricca famiglia nella quale trascorre una vita agitata. Il padre di origine napoletana, \u00e8 un uomo di raffinata cultura e sotto la sua guida, Degas, inizia a frequentare il Museo del Louvre, dove ammira i grandi del Rinascimento italiano e inizia a coltivare il suo grande interesse per la fotografia.
\nLa prima formazione pittorica avviene in ambito accademico, ma la Scuola di Belle Arti non fa per lui e dopo sei mesi intraprende lunghi e regolari soggiorni in Italia.<\/p>\n
Nonostante l\u2019impegno impressionista<\/a>, rimase sempre un convinto sostenitore del disegno<\/strong> e della pittura in atelier<\/strong>. Degas dedica tempo e passione ai disegni<\/strong> e agli schizzi preparatori persistendo sempre nel definirsi \u201crealista\u201d piuttosto che \u201cimpressionista\u201d.<\/p>\n Nel 1861 conosce l\u2019artista Manet, dal quale viene introdotto nel gruppo dal Caf\u00e8 Guerbois. Alla met\u00e0 degli anni Sessanta la sua pittura si caratterizza non tanto per la volont\u00e0 di rappresentare le cose e le persone cos\u00ec come appaiono, ma piuttosto come si conoscono per averli visti tante volte e in diversi contesti, al fine di \u201cstregare la realt\u00e0\u201d, come era solito ripetere, \u201cnella consapevolezza che l\u2019artista pu\u00f2 riuscire a dare il senso del vero solo agendo in modo del tutto innaturale\u201d.<\/p>\n Dal 1874, dopo la morte del padre, inizia per l\u2019artista una lunga fase di ristrettezze e sacrifici. Gli ultimi anni della vita di Degas sono tristissimi. Ormai quasi cieco, viene sfrattato dal suo atelier-museo e solo grazie all\u2019interessamento di qualche amico pu\u00f2 trovare un nuovo alloggio. Dei vecchi amici di un tempo c\u2019\u00e8 solo Monet<\/a>. A questo punto la grande stagione dell\u2019impressionismo pu\u00f2 considerarsi definitivamente conclusa.<\/p>\n La lezione di danza \u00e8 il primo di una nutrita e fortunata serie di dipinti dedicata alle ballerine<\/strong>.
\nSecondo Degas, infatti, anche l\u2019impressione di un istante \u00e8 cos\u00ec complessa e ricca di significati, che l\u2019immediatezza della pittura en plein air non pu\u00f2 che coglierla in modo riduttivo e superficiale.<\/p>\nLa lezione di danza<\/h2>\n
\nRealizzato a cavallo della prima esposizione impressionista<\/a> nello studio di Nadar<\/strong>, contiene in s\u00e8 gi\u00e0 tutti i temi della maturit\u00e0 di Degas, cos\u00ec come li riproporr\u00e0 anche nei suoi luminosissimi pastelli: dalle ballerine alle luci della ribalta a quelle che si stanno preparando dietro le quinte, a quelle in riposo.
\nIn questa tela rappresenta il momento in cui una giovane ballerina sta provando un passo di danza sotto l\u2019occhio vigile del maestro, mentre le altre ragazze in semicerchio osservano attendendo il proprio turno.<\/p>\n