{"id":3516,"date":"2019-02-22T14:33:20","date_gmt":"2019-02-22T13:33:20","guid":{"rendered":"https:\/\/demo.paolareghenzi.it\/index.php\/2019\/02\/22\/impressionismo\/"},"modified":"2021-01-01T19:23:49","modified_gmt":"2021-01-01T18:23:49","slug":"impressionismo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/paolareghenzi.it\/storia-dellarte\/impressionismo\/","title":{"rendered":"Impressionismo: luce, impressione e rapidit\u00e0"},"content":{"rendered":"
L\u2019impressionismo<\/strong> si sviluppa in modo completamente diverso rispetto a tutti i movimenti artistici precedenti. Un gruppo di giovani artisti che avevano in comune l’avversione per la pittura accademica, iniziarono a vedersi in un locale parigino a partire dagli anni Sessanta del XIX secolo. Il tema pi\u00f9 importante per questi artisti \u00e8 il continuo tentativo di ricercare l\u2019impressione vera cogliendo la sostanza delle cose, a partire dalle proprie sensazioni. Quello della luce<\/strong> \u00e8 un altro aspetto fondamentale. La luce infatti determina la percezione dei vari colori e l\u2019esperienze quotidiana insegna che ogni colore appare pi\u00f9 o meno scuro in relazione alla quantit\u00e0 di luce che lo colpisce e alla presenza o meno di altri colori che ne esaltino o ne smorzino la vivacit\u00e0, cercando di cogliere l\u2019attimo fuggente.<\/p>\n Le pennellate non sono pi\u00f9 studiate come avveniva nella pittura accademica, ma veloci virgole di colore puro date di impulso. I pittori impressionisti preferivano dipingere \u201cen plein air<\/strong>\u201d cio\u00e8 all\u2019aria aperta, dove erano totalmente immersi nella realt\u00e0 per dipingere il dato naturale. Gli impressionisti sono i cantori della Parigi di quel tempo che avevano grossi problemi economici e utilizzavano le loro opere come moneta per acquistare tele o colori. Conservano il tempo<\/strong> nelle loro opere, documentando lo scorrere e il cambiamento del tempo durante la giornata.<\/p>\n La scienza e la tecnologia erano in continua evoluzione. Gli studi e gli esperimenti ottici condotti da Michael Eug\u00e8ne Chevreul<\/strong> e da James Clerk Maxwell<\/strong>, sono da considerarsi la base delle nuove teorie della propagazione della luce e della percezione dei colori. I colori a olio in tubetto<\/strong> furono disponibili grazie ai progressi della chimica, maneggevoli e immediati da utilizzare. Senza di essi questo tipo di pittura non sarebbe potuta esistere.<\/p>\n
\nConsiste in una pittura veloce<\/strong>, dove bisogna rinunciare alla precisione e di conseguenza anche al disegno e alla prospettiva.
\nI vari aderenti provenivano da formazioni culturali ed\u00a0esperienze artistiche differenti fra loro e\u00a0tra le pi\u00f9 disperate.<\/p>\n
\nSe inizialmente poteva essere un incontro assolutamente casuale divenne in seguito un appuntamento settimanale e giornaliero.
\nIl caff\u00e8<\/strong><\/a>, quindi, diventava luogo privilegiato di incontro e di confronto non solo di artisti in cerca di affermazione e visibilit\u00e0, ma anche di letterati, intellettuali, critici e collezionisti.<\/p>\n
\nViene proposto un accostamento di pennellate di colore puro, tendenti a restituire a chi osserva la sensazione totale del soggetto.<\/p>\n
\nQuesta \u00e8 la prima grande rottura nei confronti delle accademie, dove i pittori desideravano tornare alle origini (privitivismo<\/strong>) ossia la capacit\u00e0 di togliersi da tutto escludendo cultura e contesto in modo da non farsi condizionare.<\/p>\n
\nL\u2019invenzione della fotografia<\/a> (1839) e le prime ricerche sulla cinematografia<\/a>, invece, vincolarono gli artisti a riesaminare il proprio ruolo di fronte alla rappresentazione della realt\u00e0. Nasce una nuova consapevolezza visiva.<\/p>\n