{"id":3269,"date":"2018-08-07T10:51:57","date_gmt":"2018-08-07T08:51:57","guid":{"rendered":"https:\/\/demo.paolareghenzi.it\/index.php\/2018\/08\/07\/nat-finkelstein-fotografo-e-scrittore-underground\/"},"modified":"2018-08-07T10:51:57","modified_gmt":"2018-08-07T08:51:57","slug":"nat-finkelstein-fotografo-e-scrittore-underground","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/paolareghenzi.it\/storia-della-fotografia\/nat-finkelstein-fotografo-e-scrittore-underground\/","title":{"rendered":"Nat Finkelstein: fotografo e scrittore underground"},"content":{"rendered":"
Nato a Coney Island (New York) nel 1933, Nat Finkelstein<\/strong> \u00e8 cresciuto nella classe lavoratrice di Brooklyn. Per tutti gli anni ’60 \u00e8 stato un fotogiornalista<\/strong> di successo mainstream, pubblicato in punti vendita nazionali e internazionali, raccontava principalmente di movimenti politici e culturali emergenti a New York City. “Sono un fotografo situazionale, sono immagini fatte quando Andy Warhol e gli altri erano persone, non prodotti, giovani artisti, non celebrit\u00e0, gioiscono, ma non venerano”.<\/p><\/blockquote>\n Citazione di Nat Finkelstein<\/strong><\/span><\/p>\n Nel 1964, Nat Finkelstein entr\u00f2 nella Warhol Factory<\/strong> come giornalista e ci rimase per tre anni. Durante questo periodo, Finkelstein era anche in linea con il fiorente movimento per i diritti civili<\/strong>. Wanderlust era una parte fondamentale della vita e dell’identit\u00e0 di Nat Finkelstein. Ha viaggiato per il mondo – come giornalista, contrabbandiere e artista. La sua motivazione era semplice: nelle sue parole, “vedere cosa potevo vedere, fare ci\u00f2 che potevo fare”.<\/p><\/blockquote>\n Citazione di Nat Finkelstein<\/strong><\/span><\/p>\n Ripresa la fotografia, Finkelstein esplora la nuova tecnologia multimediale come arte raffinata, lavorando su fotografia, video, installazione e stampa digitale. Molti dei suoi originali sono oggi stampe laser. Nelle sue principali opere, le immagini della cultura alternativa<\/strong> diventano importantissime immagini ferme o in movimento.<\/p>\n Nat Finkelstein \u00e8 morto nell’ottobre 2009<\/strong> nella sua casa di Upstate NY. Nel corso della sua vita e della sua carriera, \u00e8 rimasto costante alla sua visione: arte e musica emergenti, espansione della coscienza e libert\u00e0 di espressione. Se l\u2019articolo ti \u00e8 piaciuto, ti invito a seguire le mie pagine social (sempre che tu non l\u2019abbia gi\u00e0 fatto). Se hai domande oppure elementi da aggiungere non dimenticare di lasciare un commento!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Nato a Coney Island (New York) nel 1933, Nat Finkelstein \u00e8 cresciuto nella classe lavoratrice di Brooklyn. Finkelstein impara l’arte della fotografia da Alexey Brodovitch, direttore artistico di “Harper’s bazaar“. 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\nFinkelstein impara l’arte della fotografia da Alexey Brodovitch<\/strong>, direttore artistico di “Harper’s bazaar<\/em>“.<\/p>\n
\nEgli lavora come photoreporter<\/strong> per l’agenzia Black Star<\/strong>, occupandosi soprattutto delle tendenze della cultura alternativa di New York.<\/p>\nFactory Years<\/h2>\n
\nIncontra cos\u00ec Andy Warhol<\/strong>, dove fotografa l’artista e i suoi collaboratori.
\nLe sue fotografie della leggendaria scena della Silver Factory<\/strong> sono ora riconosciute tra le immagini pi\u00f9 iconiche dell’epoca.
\nGrazie alla sua cortese presenza riesce a scattare foto di grande densit\u00e0 ed intimit\u00e0, dandoci di questo famoso studio d’artista, un’immagine colta dall’interno.<\/p>\nL’attivit\u00e0 politica di Nat Finkelstein<\/h2>\n
\nIl suo coinvolgimento in attivit\u00e0 politiche radicali, cos\u00ec come nella cultura della droga della malavita, port\u00f2 a un mandato federale per il suo arresto nel 1969.<\/strong>
\nDi conseguenza, egli, lasci\u00f2 gli Stati Uniti e visse come fuggiasco per il prossimo decennio.
\nHa viaggiato lungo la via della seta attraverso l’Asia e il Medio Oriente, sostenendosi come contrabbandiere di hashish.
\nDopo aver appreso che le accuse federali contro di lui erano state respinte, Finkelstein torn\u00f2 a New York nel 1982.<\/p>\nLa Cultura Underground<\/h2>\n
\nLa sua opera sarebbe stata esposta e pubblicata in tutto il mondo.
\nNei suoi archivi sono presenti innumerevoli immagini e un straordinario libro di memorie, “The Fourteen Ounce Pound<\/em><\/strong>“, che non avrebbe rilasciato durante la sua vita.
\nAncora una volta si occupa della cultura underground<\/strong>, mettendo a punto uno stile che potrebbe essere un revival dei principi della Pop Art<\/strong>: utilizza infatti i nuovi mezzi continuando fotografia a colori e video, rielaborando le immagini al computer.<\/p>\n
\nIl suo lavoro resiste alla sua testimonianza<\/strong> della causa della rivoluzione culturale<\/strong>.<\/p>\n<\/p>\n