{"id":3252,"date":"2018-07-27T12:47:37","date_gmt":"2018-07-27T10:47:37","guid":{"rendered":"https:\/\/demo.paolareghenzi.it\/index.php\/2018\/07\/27\/bill-brandt\/"},"modified":"2018-07-27T12:47:37","modified_gmt":"2018-07-27T10:47:37","slug":"bill-brandt","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/paolareghenzi.it\/storia-della-fotografia\/bill-brandt\/","title":{"rendered":"Bill Brandt: surrealismo, narrazioni visive e nudi distorti"},"content":{"rendered":"
Bill Brandt<\/strong> (1904 – 1983), fotografo inglese di origine tedesca, si rec\u00f2 a Vienna nel 1927 per vedere uno specialista di polmoni e poi, successivamente, decise di rimanere e trovare lavoro in uno studio fotografico. Dal 1931 al 1935 produce come documenti fotografici della vita sociale degli inglesi, pubblicati nel libro “The English at Home<\/em><\/strong>” (1936). Brandt diventa, inoltre, un frequente collaboratore della stampa illustrata<\/strong>, in particolare Picture Post<\/em>, Lilliput<\/em>, Weekly Illustrated<\/em> e Verve<\/em>. La pubblicazione di immagini esemplificano la sua abilit\u00e0 tecnica e il suo interesse per la costruzione di narrazioni visive.<\/p>\n Negli anni della crisi economica<\/strong>, Brandt ritrae con le sue fotografie la vita nelle citt\u00e0 industriali inglesi. Se negli anni ’30<\/strong> Bill Brandt si \u00e8 concentrato su temi di carattere sociale, paesaggi e architetture, negli anni ’40<\/strong> si attesta si avvicina sempre pi\u00f9 al ritratto. I suoi soggetti variano da artisti e letterati, da uomini d’affari e politici.<\/p>\n
\nL\u00ec, nel 1928, incontr\u00f2 e realizz\u00f2 un ritratto di successo del poeta Ezra Pound<\/strong>, che in seguito present\u00f2 Brandt al fotografo americano Man Ray, nato a Parigi.
\nBrandt arriv\u00f2 a Parigi per iniziare tre mesi di studio come apprendista presso lo studio Man Ray nel 1929, al culmine dell’entusiasmo dell’epoca per mostre fotografiche e pubblicazioni; il suo lavoro di questo periodo mostra l’influenza di Andr\u00e9 Kert\u00e9sz<\/strong> e Eug\u00e8ne Atget<\/strong><\/a>, oltre a Man Ray e ai surrealisti<\/strong><\/a>.<\/p>\n
\nDue anni dopo il suo album fotografico “A Night in London<\/em><\/strong>” diventa il corrispettivo inglese del grande Brassa\u00ef<\/strong><\/a>, “Paris de nuit<\/em><\/strong>” del 1932.<\/p>\n
\nDurante la Seconda Guerra mondiale<\/strong>, realizza dei reportage su Londra per conto del Ministero degli Interni britannico, fissando con l’obiettivo l’atmosfera spettrale delle strade deserte durante gli attacchi aerei.
\nLe fotografie da lui scattate nei rifugi antiaerei e nei sotterranei della metropolitana, usati come bunker, compaiono sulle riviste allo “Shelter Sketchbook Images”<\/em> di Henry Moore<\/strong> sullo stesso argomento.<\/p>\n