fotografia unica<\/strong>\u201d e commuovendo per l’umanit\u00e0 che era ed \u00e8 in grado di trasmettere attraverso i suoi scatti.<\/p>\n\n\n\nSi tratta di una documentazione fotografica creata per attirare l’attenzione sulla difficile condizione dei poveri e sulla straziante miseria dei lavoratori e delle loro famiglie che vivevano e si spostavano in cerca di una condizione pi\u00f9 dignitosa.<\/p>\n\n\n\n
Dorothea Lange<\/strong> Madre senza patria, California, 1936<\/span><\/p>\n\n\n\nUna delle fotografie pi\u00f9 famose e pi\u00f9 pubblicate all\u2019interno del progetto FSA \u00e8 \u201cMadre senza patria<\/strong><\/em>\u201d, ritratto di una lavoratrice della California che si sposta di paese in paese con i suoi tre bambini. Possiamo notare come il volto della giovane donna sia segnato dai segni del tempo. Il suo sguardo \u00e8 profondo e angosciato. I suoi bambini cercano protezione appoggiandosi a lei, nascondendosi timidamente davanti all\u2019obiettivo dei Dorothea Lange. Grazie a questa sua opera, la Lange, ha creato un\u2019icona della fotografia dell\u2019impegno sociale<\/strong>.<\/p>\n\n\n\nAll’inizio di marzo del 1936 pass\u00f2 davanti ad un cartello che diceva “PEA-PICKERS CAMP<\/strong>” a Nipomo, in California (campo di raccoglitori di piselli). A quel tempo la Lange lavorava come fotografa per l’Amministrazione di reinsediamento (RA<\/strong>), un’agenzia governativa dell’era della Depressione creata per sensibilizzare l’opinione pubblica e fornire aiuti agli agricoltori in difficolt\u00e0. Dopo aver superato il cartello Dorothea riconsider\u00f2 la situazione e torn\u00f2 al campo in un accampamento di contadini, dove incontr\u00f2 una madre e i suoi figli.<\/p>\n\n\n\nVennero create sei esposizioni della donna, la 32enne Florence Owens Thompson<\/em>, con varie combinazioni di pose dei suoi figli. Di lei non chieder\u00e0 nemmeno il nome, le basta sapere che ha sette figli ed ha appena venduto i copertoni dell\u2019auto per sfamare la famiglia. Manca il padre in quel momento, perch\u00e8 era impegnato a riparare il camion.<\/p>\n\n\n\nQuesta immagine \u00e8 stata esposta per la prima volta al MoMa<\/strong> di NY (Museum of Modern Art) nel 1940, con il titolo di “Pea Picker Family, California<\/em>“. Nel 1966, quando il Museo tenne una retrospettiva del lavoro di Dorothea Lange, aveva acquisito il titolo attuale di “Migrant Mother, Nipomo, California<\/em><\/strong>“.<\/p>\n\n\n\nIn realt\u00e0, questa fotografia \u00e8 il frutto della collaborazione della madre con la Lange e, per questi scatti, alla donna non verr\u00e0 dato alcun compenso. Questa \u00e8 un\u2019immagine di bisogno, ma anche di forza e resistenza, diventata una vera e propria icona del Novecento, un vero e proprio simbolo della sofferenza e della lotta per la sopravvivenza.<\/p>\n\n\n\n
La Lange svilupper\u00e0 un percorso dedicato ai migranti e ai lavoratori, creando scatti di forte impatto e riflessione.<\/p>\n\n\n\n
Dorothea Lange<\/strong> Mensa dei poveri degli angeli bianchi, 1933<\/span><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\nNel 1933 Dorothea Lange visit\u00f2 una linea di rifornimento vicina, che una donna nota come “l’angelo bianco” aveva allestito per sfamare le legioni di disoccupati, nasce cosi la foto: White Angel, fila per il pane<\/em><\/strong>. Si tratta di una fotografia di un uomo che decide di allontanarsi e girarsi in senso opposto alla folla affamata: le sue mani intrecciate e la sua mandibola, vengono immortalate come in un segno di disperazione collettiva. Possiamo notare, inoltre, la posizione delle mani come in segno di preghiera ed infine accorgerci che la tazza \u00e8 vuota.<\/p>\n\n\n\nI Giapponesi internati negli Stati Uniti<\/h2>\n\n\n\n Nel 1942 l’Autorit\u00e0 di delocalizzazione del governo ha incaricato la fotografa a documentare l’internamento di guerra dei giapponesi americani<\/strong>, si trattava di creare dei reportage sull\u2019\u201cevacuazione\u201d e il \u201cricollocamento\u201d di queste persone. La Lange fu fortemente in opposizione con l\u2019amministrazione Roosevelt, ma accett\u00f2 l’incarico. Realizz\u00f2 immagini critiche, che il governo ritir\u00f2 per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale.<\/p>\n\n\n\nDopo l\u2019attacco del 7 dicembre 1941 di Pearl Harbor<\/strong>, il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt firm\u00f2 il 19 febbraio 1942 l\u2019ordine esecutivo 9066. L’intervento stabiliva che tutti i giapponesi residenti negli Stati Uniti, anche quelli nati in territorio americano, dovessero essere trasferiti nei campi di concentrament<\/em>o. Pi\u00f9 di 100mila persone d\u2019origine giapponese furono costrette ad abbandonare le loro case, il loro lavoro e i propri affetti. Il governo le rinchiuse e le divise in dieci campi, il pi\u00f9 noto \u00e8 quello di Manzanar in California, dove pi\u00f9 di diecimila persone furono costrette a vivere in condizioni estremamente ed umanamente critiche.<\/p>\n\n\n\nPrima di salire su un autobus diretto a un centro di internamento, <\/span>2 marzo 1942. <\/span>Dorothea Lange<\/strong>, Anchor Editions<\/span><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\nAnche se contraria, accett\u00f2 l\u2019incarico perch\u00e9 credeva che<\/p>\n\n\n\n
\u201cun ritratto fedele delle operazioni sarebbe stato utile in futuro\u201d.<\/p><\/blockquote>\n\n\n\n
I comandanti militari che esaminarono gli scatti della fotografa Lange si resero conto che il suo punto di vista non era consono per l’incarico che le avevano affidato, le foto furono quindi sequestrate e immagazzinate nei National Archives<\/em>, dove rimasero per molti anni.<\/p>\n\n\n\nTim Chambers<\/strong>, per contribuire all’organizzazione American Civil Liberties Union,<\/em> mise in vendita sul suo sito alcune fotografie selezionate da Dorothea Lange. La ACLU si schier\u00f2 contro i campi d\u2019internamento dei giapponesi.<\/p>\n\n\n\nDorothea Lange<\/strong> Campo di Manzanar, California.<\/span><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\nConclusioni<\/h2>\n\n\n\n Per Dorothea Lange la sua Leica<\/strong> \u00e8 stata una grande compagna, un mezzo per esplorare, riflettere ed imparare.<\/p>\n\n\n\n“Bisognerebbe utilizzarla come se il giorno dopo si dovesse essere colpiti da improvvisa cecit\u00e0”.<\/p><\/blockquote>\n\n\n\n
Citazione di Dorothea Lange <\/strong>in riferimento alla sua macchina fotografica<\/span><\/p>\n\n\n\nI suoi soggetti furono i migranti della crisi, le vittime dello sfruttamento e dell\u2019oppressione provocati dal razzismo e, infine, gli americani di origine giapponese nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Dorothea Lange, quindi, \u00e8 stata una fotografa e fotoreporter di documentari americani, meglio nota per il suo lavoro nell’era della Depressione per la Farm Security Administration (FSA), conosciuta per il rispetto e la delicatezza con cui ritraeva queste persone. Dorothea Lange \u00e8 la fotografa delle persone (photographer of the people) e, grazie al suo lavoro e alla sua passione, riusc\u00ec a portare a conoscenza di tutti queste vicende con grande umanit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n\n\n
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\u201cGi\u00f9 le mani! Non infastidisco quello che fotografo, non ci metto niente di mio, non preparo niente.\u201d Citazione di Dorothea Lange La grande fotografa americana Dorothea Lange, con le sue opere, ha contribuito alla fotografia socio-documentaristica del XX secolo. La fotografa nasce a Hoboken in New Jersey il 26 maggio 1895.Per motivi di salute e […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":2804,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"site-sidebar-layout":"default","site-content-layout":"default","ast-site-content-layout":"","site-content-style":"default","site-sidebar-style":"default","ast-global-header-display":"","ast-banner-title-visibility":"","ast-main-header-display":"","ast-hfb-above-header-display":"","ast-hfb-below-header-display":"","ast-hfb-mobile-header-display":"","site-post-title":"","ast-breadcrumbs-content":"","ast-featured-img":"","footer-sml-layout":"","theme-transparent-header-meta":"default","adv-header-id-meta":"","stick-header-meta":"default","header-above-stick-meta":"","header-main-stick-meta":"","header-below-stick-meta":"","astra-migrate-meta-layouts":"default","ast-page-background-enabled":"default","ast-page-background-meta":{"desktop":{"background-color":"","background-image":"","background-repeat":"repeat","background-position":"center center","background-size":"auto","background-attachment":"scroll","background-type":"","background-media":"","overlay-type":"","overlay-color":"","overlay-opacity":"","overlay-gradient":""},"tablet":{"background-color":"","background-image":"","background-repeat":"repeat","background-position":"center center","background-size":"auto","background-attachment":"scroll","background-type":"","background-media":"","overlay-type":"","overlay-color":"","overlay-opacity":"","overlay-gradient":""},"mobile":{"background-color":"","background-image":"","background-repeat":"repeat","background-position":"center center","background-size":"auto","background-attachment":"scroll","background-type":"","background-media":"","overlay-type":"","overlay-color":"","overlay-opacity":"","overlay-gradient":""}},"ast-content-background-meta":{"desktop":{"background-color":"var(--ast-global-color-5)","background-image":"","background-repeat":"repeat","background-position":"center center","background-size":"auto","background-attachment":"scroll","background-type":"","background-media":"","overlay-type":"","overlay-color":"","overlay-opacity":"","overlay-gradient":""},"tablet":{"background-color":"var(--ast-global-color-5)","background-image":"","background-repeat":"repeat","background-position":"center center","background-size":"auto","background-attachment":"scroll","background-type":"","background-media":"","overlay-type":"","overlay-color":"","overlay-opacity":"","overlay-gradient":""},"mobile":{"background-color":"var(--ast-global-color-5)","background-image":"","background-repeat":"repeat","background-position":"center center","background-size":"auto","background-attachment":"scroll","background-type":"","background-media":"","overlay-type":"","overlay-color":"","overlay-opacity":"","overlay-gradient":""}},"footnotes":""},"categories":[6],"tags":[],"class_list":["post-2803","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-storia-della-fotografia"],"yoast_head":"\n
Dorothea Lange: il reportage della grande Depressione e la FSA<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n